I guai del governo MONTI

 "La paura è l'effetto domino. Che le dimissioni di Carlo Malinconico per le vacanze pagate a sua insaputa – si legge su Repubblica - possano addensare le ombre sul governo Monti. Che caduto lui, in nome di etica e trasparenza, lo stesso possa accadere ad altri: al ministro Patroni Griffi, proprietario di una casa al Colosseo comprata dall'Inps a meno di un quarto del suo valore. A Filippo Milone, un passato di condanne per Tangentopoli, un presente nelle intercettazioni di Finmeccanica. A Pasquale de Lise, chiamato dal governo a dirigere la nuova Agenzia per strade e autostrade, amico di Angelo Balducci e vicino alla cricca delle Grandi Opere. Al viceministro del Lavoro Michel Martone, figlio del magistrato Antonio che è indagato nell'inchiesta sulla P3. E ancora, per una questione di conflitto di interessi, a Corrado Passera, Mario Ciaccia, Guido Improta. Il ministro, il suo vice e il sottosegretario hanno in mano la costosissima gestione delle infrastrutture e dei trasporti del Paese, settore nel quale hanno lavorato fino al momento della loro nomina. Dall'altra parte, da quella delle imprese. Un'altra casa al Colosseo Per diventare ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi ha lasciato un posto di commissario all'autorita' per la trasparenza della Pubblica amministrazione. Ruolo che - come i precedenti - ha ricoperto cumulando l'indennita' di consigliere di Stato fuori ruolo. Ora comunica che il suo stipendio lordo e' di 205.915,54 euro, ma e' nei guai - anche lui - per una storia di case al Colosseo. La sua, 109 metri quadri con affaccio sui Fori, l'ha comprata dall'Inps nel 2008 a 177mila euro (ne vale 800mila) dopo una lunga querelle culminata in una causa amministrativa, dove a difendere i suoi interessi era proprio Carlo Malinconico. L'appartamento - categoria A4 - risulta casa popolare.
Da Paterno' a Finmeccanica. Il sottosegretario alla Difesa Filippo Milone viene da Paterno', provincia di Catania, come Ignazio La Russa e Salvatore Ligresti, e nella loro orbita ha costruito tutta la sua carriera. Negli anni novanta era amministratore della Grassetto Costruzioni Spa, la principale societa' di costruzioni del gruppo Ligresti, e come tale e' finito in piu' di un'inchiesta. Arrestato nel '92 a Torino per turbativa d'asta e abuso d'ufficio, e' stato condannato in via definitiva nel '97. Condanna poi cancellata con la riabilitazione (un'altra volta e' stato graziato dalla prescrizione). Ottiene un posto nel cda delle Poste, poi diventa consigliere per la politica industriale del ministro della Difesa La Russa. Incarico che ha ricoperto restando allo stesso tempo nel cda dell'Ansaldo Sts, societa' di Finmeccanica, che della Difesa e' uno dei principali fornitori. Nell'inchiesta Enav-Finmeccanica e' finito per un'intercettazione di Lorenzo Borgogni (secondo i pm il finanziatore occulto della politica) che in una conversazione telefonica riferiva di una richiesta - da parte di "Filippo" - di denaro per la festa del Pdl a Milano.
Gli appalti delle autostrade. Il viceministro a Infrastrutture e Trasporti Mario Ciaccia è stato - fino al momento della nomina - ad di Biis, la Banca per le infrastrutture e lo Sviluppo controllata da Intesa San Paolo. Era quindi, allora come oggi, un collaboratore di Corrado Passera. La Biis è coinvolta in una serie di appalti miliardari proprio nel campo delle infrastrutture, dalla Pedemonotana lombarda alla Salerno - Reggio Calabria. Tutti affari che Ciaccia ha avviato da manager, e gestisce da viceministro. Il conflitto del banchiere Il ministro dello Sviluppo Corrado Passera ha ceduto tutte le azioni di Intesa San Paolo (8.638.641 azioni ordinarie, valore stimato 11 milioni di euro) e due partecipazioni minori. Restano i dubbi di conflitto di interesse per il ruolo ricoperto come ad di Intesa, che e' tra i principali finanziatori di Mediaset, grande azionista di Telecom, promotrice del "salvataggio" di Alitalia (di cui Passera fu il regista) e socia di Ntv, il gruppo che sfida Trenitalia sull'Alta Velocita'. Alitalia favorita? L'ex capo di gabinetto di Francesco Rutelli Guido Improta e' stato nominato sottosegretario ai Trasporti nel momento in cui ricopriva l'incarico di capo delle relazioni istituzionali di Alitalia. Anche lui come Passera e' "sospettato" di poter avere un occhio di riguardo per la societa' di Colaninno dal suo posto al ministero.
Vicino alla cricca. Il direttore generale della nuova Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali Pasquale de Lise, uomo di Gianni Letta e consultore di Propaganda Fide, e' amico di Angelo Balducci (rinviato a giudizio per corruzione nell'inchiesta sulle Grandi Opere) ed e' finito nelle intercettazioni della cricca: a lui, allora presidente del Consiglio di Stato, gli imprenditori di Anemone chiesero un intervento per fermare un esposto. In piu', venne sentito dai pm di Perugia per un bonifico sospetto spiegato con una compravendita all'Argentario (da giudice amministrativo ha venduto a un avvocato amministrativista per oltre un milione di euro). Nel complesso, ha un patrimonio immobiliare stimato intorno ai 15milioni di euro. Sotto la sua presidenza, i consiglieri di Stato si sono regalati indennita' aggiuntive dai 20 ai 50mila euro. Il peso del padre Il viceministro al Lavoro Michel Martone era stato oggetto di un'interrogazione del Pd quando Renato Brunetta gli affido' una consulenza da 40mila euro, nominando allo stesso tempo il padre presidente della Civit, la commissione per la trasparenza nella Pa. Padre ingombrante, l'ex avvocato generale di Cassazione Antonio Martone, anche per il coinvolgimento nell'inchiesta sulla loggia P3, vicenda che lo ha portato alle dimissioni dalla magistratura.

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