Le ragioni di Bono dell’impugnazione del piano paesaggistico di Siracusa: conosciamo noi il territorio ?
Una delle spiagge delle Pillirina dove la speculazione intende costruire |
Le mure dionigiane insidiate da presso dalla speculazione edilizia |
Dopo avere impugnato avanti al TAR il decreto dell'assessore
regionale all'Ambiente che ha adottato il piano Paesaggistico di Siracusa,
"ricorso - ha detto Nicola Bono
presidente della Provincia regionale di Siracusa– resosi necessario per evitare
l'inoppugnabilità di un Piano redatto frettolosamente senza concertazione
alcuna e sulla base di dati e cartografie arretrate proponendo scelte non
supportate da idonea valutazione ambientale e strategica" , la Provincia
ha approvato oggi le osservazioni al Piano. Valutazioni trasmesse oggi stesso
all'assessorato regionale.
"Proponiamo –ha detto Bono - le concrete modifiche idonee a
migliorare le previsioni del piano al fine di meglio tutelare l'immenso
patrimonio paesaggistico di cui dispone la nostra provincia."
"Vogliamo che la bellezza del nostro territorio sia tutelata
- ha chiarito Bono - ma vogliamo pure che la tutela sia compatibile con lo
sviluppo socio-economico programmato e con il recupero delle aree già degradate
dalla scellerata aggressione al territorio che ha caratterizzato gli anni
settanta ed ottanta. Per questo abbiamo proposto di modificare il piano
paesaggistico nella parte in cui impedisce l'attuazione dell'accordo Stato-Regione
per il rilancio della zona industriale di Priolo, lo sviluppo delle attività
agricole in serra nella zona sud, la realizzazione dell'elettrodotto sui monti
Climiti e la riqualificazione delle aree degradate. Se la regione accoglierà le
nostre osservazioni il piano Paesaggistico si conformerà al piano Territoriale
già approvato dalla Provincia regionale e , conseguentemente, potremmo
rinunciare al ricorso al TAR."
"La nostra azione, infatti – ha precisato Bono - non è stata
mai aprioristicamente conflittuale con quella della Regione. Abbiamo invece
sempre rivendicato il diritto-dovere degli enti locali di contribuire alla
redazione del Piano, così come previsto dal Codice dei Beni Culturali”.
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