La cromodinamica quantistica
Antefatti alla cromodinamica quantistica.
Frank Wilczek , premio Nobel per la Fisica, si occupa di cromodinamica quantistica e afferma che
l'Universo non è più quello di un tempo e non è ciò che sembra.
In viaggio nel cuore della struttura della materia e delle sue componenti elementari , come elettroni e quark, ci si pone interrogativi su cosa è, ad esempio, la massa. La prima definizione scientifica della massa risale al 1687 quando Newton, affermava che la massa è una sorta di misura della densità di materia
contenuta nei corpi. Oggi, le moderne conoscenze sul concetto di massa sono
alquanto più complicate rispetto alla definizione data da Newton e sono
descritte dal modello standard mediante le leggi della meccanica quantistica .
Per ogni tipo di particella elementare, o composta, possiamo scrivere
l'equazione di Newton, F = ma, che correla la forza, la massa e l'accelerazione. Tuttavia, la massa,
come di solito la intendiamo, va al di là dell'equazione di Newton. Per
esempio, la teoria della relatività speciale prevede che le
particelle senza massa viaggiano nel vuoto alla velocità della luce e che
invece le particelle che hanno massa si muovono più lentamente e perciò con una
velocità che può essere calcolata se conosciamo la loro massa. Le particelle
elementari hanno una sorta di massa intrinseca, detta massa a riposo , e quelle che hanno massa a riposo
nulla sono le particelle senza massa, come ad esempio i fotoni. Per una particella complessa, come il protone, la massa a riposo
dei costituenti e la loro energia cinetica , relativa al moto, e l'energia potenziale , relativa alle interazioni,
contribuiscono alla massa totale della particella. E' noto che massa ed energia
sono correlate così come descritto dalla famosa equazione di
Einstein, E = mc².
Un esempio di come l'energia contribuisce alla massa si può vedere nella
forma di materia a noi più familiare costituita dai protoni e dai neutroni che formano i nuclei
atomici, i pianeti, le stelle, gli esseri viventi e tutto ciò che vediamo.
Queste particelle costituiscono circa il 4%
circa della massa-energia presente nell'Universo. Il modello standard ci dice che i protoni e i neutroni sono composti
da particelle più elementari, chiamate quark,
che sono a loro volta legate grazie all'interazione di particelle senza massa
chiamate gluoni . Sebbene i quark vi si muovono
all'interno, noi osserviamo il protone come un oggetto coerente che ha una
massa intrinseca, data dalla somma delle masse e delle energie dei suoi
costituenti. Perciò il modello standard
ci permette di calcolare le masse dei protoni e dei neutroni dall'energia
cinetica dei loro costituenti. Dunque, il 4% circa dell'intero Universo è
composto dall'energia del moto dei quark
e dei gluoni che sono presenti nei
protoni e neutroni e che costituiscono la materia
ordinaria che conosciamo. E tutto il resto cos'è? Finora non lo sappiamo e
l'ignoranza dei fisici su questo argomento ha fatto nascere termini come materia oscura o energia oscura che costituiscono
insieme il 96% di ciò di cui è fatto
il nostro Universo. La fisica contemporanea raccontata da uno dei suoi massimi
esponenti, indaga sulla struttura della materia, nella sua più profonda
essenza,per fornirci un quadro coerente e un nuovo mondo soggetto a verifiche sperimentali
solo quando l'LHC entrerà, pienamente in funzione.
Cromodinamica quantistica è la teoria che descrive la forza nucleare forte, cioè come si legano quark e gluoni in protoni
e neutroni, e come questi formano i nuclei.
La simulazione cromodinamica quantistica
sui computer è un modo per esaminare il tipo di complessità che deriva da
questa forza nucleare forte. La premessa è che la simulazione fisica su un livello fondamentale è simile alla voglia
di simulare lo stesso Universo. I
fisici dell'Università di Bonn, in Germania, hanno pubblicato i risultati su
questi studi. Anche utilizzando i supercomputer più potenti del mondo, i fisici
sono riusciti a simulare solo piccoli angoli del cosmo.
Il punto
importante è che la simulazione è quasi indistinguibile dalla realtà, per
quanto si riesce a capire . Questo è uno dei motivi per cui alcuni fisici
considerano la possibilità che il nostro Universo potrebbe essere ricreato su
una rete di computer enormemente potente. Silas
e Beane sostengono che ci sono modi
per vedere se siano ben simulati, in determinati scenari. Il problema con tutte
le simulazioni è che le leggi della fisica debbono essere sovrapposti su un
discreto reticolo tridimensionale e sul quale si avanza attraverso incrementi
di tempo. Beane ha aggiunto che la distanza del reticolo
impone alcuni tipi di prescrizioni per ricreare i processi fisici che vediamo nell'universo.
Essi si concentrano sui processi ad alta
energia, anzichè sondare le più piccole regioni dello spazio per ottenere
più energia. Hanno anche scoperto che la distanza reticolare impone un limite fondamentale all'energia che le
particelle possono avere, perché nulla
può esistere più piccolo del reticolo stesso. Se il cosmo è una
simulazione, ci dovrebbe essere un cut-off
nello spettro di particelle ad alta energia. Questa
interruzione dell'energia delle
particelle che compongono i raggi cosmici è conosciuta come il Greisen-Zatsepin-Kuzmin o limite GZK, e avviene perché le particelle ad alta energia
interagiscono con la radiazione cosmica
di fondo e così perdono energia mentre viaggiano per lunghe distanze. La
caratteristica più sorprendente è che la distribuzione angolare dei componenti di alta energia mostrerebbe
simmetria cubica nel resto della cornice del reticolo, ma si discosta
significativamente dall’ isotropia,(proprietà dei corpi di avere le stesse caratteristiche
fisiche in tutte le direzioni) secondo gli stati ipotizzati da Beane. Ciò significa che
i raggi cosmici viaggerebbe
preferenzialmente lungo gli assi del reticolo, in modo da non poter essere
visti in tutte le direzioni. Trovare l'effetto significherebbe che abbiamo
potuto vedere l'orientamento del reticolo su cui è simulato il nostro universo.
Tuttavia, il reticolo- computer può
essere costruito in un modo completamente diverso da quello ipotizzato da
questo studio. Un altro problema è che l'effetto è misurabile solo se il cut off del reticolo è uguale al limite GZK. Ciò si verifica quando la
distanza reticolo è di circa 10 ^ -12
femtometers. Se la distanza è inferiore, i ricercatori non vedranno nulla.
Commenti
Posta un commento