STRANA CITTA' -continua-
Qualcuno ha definito lo svolgersi della politica nella
città che ha dato i natali ad Archimede, come salsa siracusana, per paragonarla
alle larghe intese che si sono già realizzate, ma forse si deve definire solo
brodaglia dove più d’uno consigliere comunale, si dibatte alla disperata per
trovare spazi vitali e interessi da perseguire. Strana città dove seppure non
si riescono ad assicurare, le manutenzioni di minima, con la città sempre dannatamente sporca, soprattutto nei
quartieri della periferia, si intende, chissà come, volare alto puntando a
essere concorrenziali come capitale italiana della cultura. Strana città, perché
in queste direzione c’è stata una querelle tra l’ex soprintendente Muti e l’attuale
assessore regionale alla cultura Maria Rita Sgarlata. Entrambe siracusane
dovrebbero unire gli sforzi per rendere
più attraente Siracusa ricca di beni monumentali e naturali. Invece si finisce
solo per trascurare la valorizzazione di risorse turistiche di primo ordine.
Strana città nella quale per tutta l’estate non s’è potuto usufruire delle
visite al Caravaggio, non è stata possibile visitare l’enorme cisterna annessa
al seminario arcivescovile all’interno del rifugio antiaereo e, resta
perennemente chiuso, la sede in piazza Duomo del museo nazionale mentre sono
tanti i reperti archeologici accantonati e non adeguatamente valorizzati.
Strana città nella quale si viene titillati di avviare discorsi mastodontici
che non approdano, regolarmente, a nulla sulla mobilità cittadina e nella
carenza di fondi, conclamata, nulla si cerca di attingere a fondi europei che
potrebbero consentire di rimettere in funzione per esempio i bus elettrici.
Strana città perché in questa direzione cioè della mobilità c’è l’esempio
deteriore dei fondi investiti a vuoto, per
la stazioncina di Fontane Bianche che
non viene utilizzata anche perché le zone balneari pagano un
disinteresse e un abbandono conclamato e consolidato con cali record di
presenze. Strana città, perché d’altronde si tratta di zone in cui il mare è
stato recintato e quindi riservato a pochi e sottratto ai più. Strana città
nella quale esistono periferie dormitorio del tutto sottratte a ogni
coinvolgimento a manifestazioni attrattive nella stagione estive, manca una
managerialità (seppure figure di
conclamato prestigio in questa direzione non fanno difetto in Italia) capace di
programmare e armonizzare le iniziative (in questa estate solo dovuta a
investimenti privati) nell’arco di un intero anno. Strana citta dove si
preferisce seguire il detto:.. “ dividi et impera” frammentando manifestazioni
senza un criterio organico e quindi turisticamente spendibile, per accontentare
tutti.
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