Ritrovamenti subacquei : stele e frammenti di una statua in marmo nei fondali trapanesi.

Statua in marmo bianco


Fin dal 2007, dopo la scoperta dei molari di un elefante nelle acque di Torretta Granitola, il soprintendente del mare Sebastiano Tusa organizzava campagne d’indagini subacquee sistematiche nei fondali del porto di Torretta Granitola (TP) sino alla contrada “Pozzitello”. Le ricerche hanno permesso di individuare nuove evidenze e studiare vecchie scoperte già effettuate anni fa come ad esempio il relitto delle colonne, studiato anni orsono, dal prof. Purpura, il relitto delle tegole, la catena d'ormeggio di un battello adagiata sul fondo lungo una perfetta retta di centosessanta metri, la zanna fossile di un elefante (elephas mnadriesis) vissuto circa centoquarantamila anni fa, alcune macine litiche, una brogna ricavata da un osso, ancore bizantine, ancore romane, e tantissimi altri reperti archeologici di varie epoche. Il 16 Gennaio 2014 a Torretta Granitola di Campobello di Mazara (TP), Gianpaolo Mirabile, appassionato subacqueo, segnalava alla soprintendenza del mare un reperto archeologico a pochi metri dalla riva e a rischio di depredamento. Il suo  intervento ha permesso il recupero di una stele rettangolare cuspidata in pietra calcarenitica, sulla quale è raffigurata - entro una nicchia quadrangolare - una figura umana di difficile lettura per le concrezioni marine e la lunga permanenza subacquea. Si distinguono la testa presumibilmente ricoperta da alto copricapo o corona, il corpo ricoperto da un'ampia veste, la mano sinistra che trattiene al corpo un'altra figura più piccola (animale?, bambino? oggetto?), mentre la mano destra alzata regge un bastone o scettro.
Stele
La stele è stata scolpita su roccia di tipo calcarenitica  compatta, di colore giallo oro, con incrostazioni di vermetidi e conchiglie bivalve di uno, due centimetri. L'ambito culturale sembra paleocristiano e la stele potrebbe far parte ad esempio una piccola cappella oggi sommersa dal mare per subsidenza o per il sollevamento del livello marino. Alcuni anni fa la zona di rinvenimento della stele era stata attenzionata dai tecnici della Soprintendenza a seguito di uno studio satellitare dei fondali effettuato da Gaetano Lino.
Nelle acque prospicienti Capo Boeo a Marsala (TP) è stata  rinvenuta da Francesco Giardina una porzione di statua in marmo bianco a grana fine di provenienza quasi certamente lunense. Dopo la segnalazione, i subacquei della Soprintendenza hanno effettuato alcune ricognizioni nell’area che si è dimostrata ricca di notevoli quantità di reperti ceramici e litici frammentari.
E’ presente la parte alta del busto femminile con un seno conservato e l’attaccatura del collo e delle braccia. Presso il collo, sul lato destro, parte dei riccioli ben modellati della capigliatura mancante. La presenza di tracce di un perno quadrangolare sotto il seno destro indicherebbe che il braccio destro mancante era piegato al gomito e l’avambraccio copriva i seni attraversando il busto. Il frammento statuario come pertinente al tipo diffuso nella scultura romana dell’Afrodite Pudica che, dopo la Cnidia di Prassitele, ha tre principali modelli successivi: la Medici, la Capitolina e la Landolina. Il modellato della ciocca di capelli rimasta indurrebbe ad attribuire il  frammento o alla Capitolina o alla Landolina. Si propone una datazione al II secolo d.C.
Le ultime scoperte effettuate dalla Soprintendenza del Mare sono state presentate dal soprintendente Sebastiano Tusa all’Arsenale della Marina Regia di Palermo, spazio espositivo e centro conferenze della Soprintendenza, sede dell’Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva.





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