Indagini nello stagnone di Mozia con ecosonda

Indagini ricognitive, strumentali per la diffusione di nuove applicazioni per la conservazione, la promozione e la gestione del patrimonio culturale dello Stagnone di Marsala (TP).


Dal 5 al 16 maggio 2014 l’area umida dello Stagnone di Marsala, riserva naturale regionale siciliana sulla costa occidentale della provincia di Trapani, è stata interessata da indagini acustiche subacquee lungo i versanti laterali della strada punica che collega l’isola di Mozia alla terra ferma e lungo tutto il suo perimetro. Sono stati indagati anche: il canale di uscita direzione sud e una parte della bocca Nord-est dell'isola Lunga.
Per le indagini è stato utilizzato un sistema ecografico ottimizzato (ecosonda modificata) per ricerche in acque poco profonde, con il quale si è sviluppato una prima approfondita ricerca sugli aspetti geoarcheologici pertinenti l’area lagunare. Il lavoro è stato integrato da verifiche dirette e propedeutiche a successivi saggi di scavo mirato.
Lo strumento proposto ci ha consentito di analizzare gli strati sedimentali delle acque più prossime alle aree emerse procedendo, in economia di esercizio, in battenti d’acqua minimi (20-30 cm).
Il progetto è stato strutturato in fasi modulari, cioè articolato attraverso la copertura di determinate aree campione che, nell’arco di più campagne, condurrà a una totale mappatura.
La programmazione tipologica ci ha consentito di realizzare dei tracciati campione anche in settori distaccati dall’isola ove è stato possibile ipotizzare la presenza di relitti, di strutture murarie, di canali e, in ogni caso, di aree sensibili.
Gli obiettivi dell’indagine strumentale si possono sinteticamente tradurre nei seguenti punti:
·        identificazione delle strutture sommerse collegate all’isola (strada punica);
·         verifica di preesistenze note o segnalate (moli e banchine) porta sud e ovest;
·         identificazione di relitti navali;  
·         stratigraficazione geoarcheologica dei fondali;
·         identificazione di canali naturali o artificiali.
Il progetto si è caratterizzato, per i contenuti innovativi della ricerca, sia a livello metodologico sia a livello d’interpretazione storico-archeologica, oltre che per la flessibilità con cui il programma si è potuto sviluppare in rapporto alle risorse disponibili e alle condizioni ambientali.
I lavori, proposti dall’Associazione Culturale Tempo Reale in collaborazione con la Soprintendenza del Mare, sono stati realizzati dalla Ditta Pharos s.a.s. di Alberto Lezziero, con il patrocinio del Comune di Marsala, Provincia Regionale di Trapani, la Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani, la Fondazione Whitaker, l’University of Malta e con il supporto logistico della Guardia di Finanza – Reparto Operativo Navale e Nucleo sommozzatori.
La ricerca, in parte finanziata dalla Honor Frost Foundation, è stata coordinata da Stefano Zangara - Soprintendenza del Mare – Dirigente Responsabile Unità Operativa IV e vice-presidente dell’Associazione Culturale Tempo Reale di Trapani. 




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