Attività fisiologica del rame e implicazioni col morbo di Alzheimer.
di Luigi Campanella
Come elemento essenziale in tracce il rame è un componente funzionale
di varie importanti proteine intracellulari ed extracellulari e di enzimi come superossido dismutasi (che trasforma i
radicali liberi in perossido di idrogeno) . Sebbene il rame sia frequentemente
indicato come metallo tossico perché catalizza la formazione di specie reattive
dell’ossigeno attraverso la sua partecipazione alla reazione di Fenton o per la
sua formazione di complessi tossici, questo elemento in tracce è importante per
mantenere l’omeostasi nel sistema nervoso centrale. Il rame legato alle proteine agisce come un cofattore o come un gruppo
prostetico di cuproenzimi rame,
importanti per preservare lo stato redox intracellulare ed extracellulare e per
la protezione dal danno ossidativo. Dal momento che queste proteine
dipendono dalla presenza di ioni rame
e sono i principali sistemi antiossidanti nel cervello, è probabile che la somministrazione di rame ad animali
possa essere neuroprotettiva, sotto
certe condizioni sperimentali, attraverso l’attivazione di cuproproteine o
l’aumentata emivita di apoproteine . Il rame è necessario all’organismo per
utilizzare il ferro nella sintesi dell’emoglobina dal momento che la citocromo oxidasi, enzima necessario per la
produzione del sangue,richiede la presenza del rame, la sua carenza può quindi
provocare anemia.
È anche uno dei più importanti antiossidanti del sangue e previene l’irrancidimento degli acidi grassi polinsaturi e aiuta la membrana cellulare a rimanere sana. È necessario per tenere uniti collagene ed elastina, per la produzione di melanina e per il metabolismo energetico. Contribuisce alla conversione dell’aminoacido tirosina in un pigmento scuro (melanina) che colora i capelli e la pelle. Attraverso l’enzima tirosinasi catalizza la formazione della melanina e attraverso la lisil-ossidasi ha un ruolo importante nella formazione del collagene, principale proteina che si trova nella nostra pelle. Oltretutto il collagene è presente anche nelle ossa: alcune ricerche evidenziano che fratture, anomalie scheletriche e osteoporosi sono più frequenti se vi è carenza di rame. Partecipa ai processi di cicatrizzazione.
È anche uno dei più importanti antiossidanti del sangue e previene l’irrancidimento degli acidi grassi polinsaturi e aiuta la membrana cellulare a rimanere sana. È necessario per tenere uniti collagene ed elastina, per la produzione di melanina e per il metabolismo energetico. Contribuisce alla conversione dell’aminoacido tirosina in un pigmento scuro (melanina) che colora i capelli e la pelle. Attraverso l’enzima tirosinasi catalizza la formazione della melanina e attraverso la lisil-ossidasi ha un ruolo importante nella formazione del collagene, principale proteina che si trova nella nostra pelle. Oltretutto il collagene è presente anche nelle ossa: alcune ricerche evidenziano che fratture, anomalie scheletriche e osteoporosi sono più frequenti se vi è carenza di rame. Partecipa ai processi di cicatrizzazione.
È coinvolto nella funzionalità del
sistema immunitario. È necessario per la sintesi dei fosfolipidi, sostanze
essenziali nella formazione delle membrane protettive della mielina che
circondano le fibre nervose. Enzimi a
base rame intervengono nella sintesi dei neurotrasmettitori, i messaggeri
chimici che permettono le comunicazioni attraverso le cellule nervose. Partecipa
alla produzione del neurotrasmettitore noradrenalina. Ha un ruolo nel processo di ossidazione della vitamina C e collabora
con questa vitamina alla formazione dell’elastina, una componente fondamentale
delle fibre elastiche dei muscoli del corpo; è necessario per la formazione di
una buona struttura ossea. È necessario anche per la produzione
dell’RNA. Combatte l’ossidazione cellulare, aiutando a neutralizzare i radicali
liberi che altrimenti causerebbero danni alle cellule stesse. La capacità di
assorbimento del rame viene ridotta dalla presenza di zinco.
La carenza di rame provoca sintomi simili a quelli da carenza di ferro dei quali il più evidente è l’anemia. La carenza di rame ha notevoli ripercussioni su certi tipi di cellule, come i macrofagi e i neutrofili. La funzionalità del sistema immunitario è stata studiata in bambini carenti di rame, prima e dopo la cura. È stato rilevato che la attività dei fagociti (cellule che inglobano materiale estraneo) è aumentata dopo l’assimilazione di rame. Tra gli effetti collaterali dovuti alla carenza di rame si registrano anche l’ingrossamento cardiaco, le arterie con muscolatura liscia degenerata e aneurismi alle arterie ventricolari e coronariche. Un eccesso di rame produce irregolarità nelle mestruazioni, perdita di capelli e insonnia e abbassamento della quota di zinco presente. Il fabbisogno giornaliero nell’adulto è di circa 2-3 mg. Le fonti naturali sono: carne in genere, noci, cereali e pane integrale, legumi.
Il rame è un minerale in traccia presente in tutti i tessuti dell’organismo in quantità che vanno dai 75 ai 100 mg. Durante la crescita la percentuale più alta si trova nei tessuti in via di sviluppo.
La carenza di rame provoca sintomi simili a quelli da carenza di ferro dei quali il più evidente è l’anemia. La carenza di rame ha notevoli ripercussioni su certi tipi di cellule, come i macrofagi e i neutrofili. La funzionalità del sistema immunitario è stata studiata in bambini carenti di rame, prima e dopo la cura. È stato rilevato che la attività dei fagociti (cellule che inglobano materiale estraneo) è aumentata dopo l’assimilazione di rame. Tra gli effetti collaterali dovuti alla carenza di rame si registrano anche l’ingrossamento cardiaco, le arterie con muscolatura liscia degenerata e aneurismi alle arterie ventricolari e coronariche. Un eccesso di rame produce irregolarità nelle mestruazioni, perdita di capelli e insonnia e abbassamento della quota di zinco presente. Il fabbisogno giornaliero nell’adulto è di circa 2-3 mg. Le fonti naturali sono: carne in genere, noci, cereali e pane integrale, legumi.
Il rame è un minerale in traccia presente in tutti i tessuti dell’organismo in quantità che vanno dai 75 ai 100 mg. Durante la crescita la percentuale più alta si trova nei tessuti in via di sviluppo.
Il rame influenza anche il metabolismo del colesterolo: adulti sottoposti ad una dieta povera di rame hanno registrato un aumento dei livelli del colesterolo LDL (quello ‘cattivo’) e una diminuzione del colesterolo HDL (quello ‘buono’). L’uso del rame come catalizzatore per saggiare la resistenza delle LDL alle modificazioni ossidative in presenza di antiossidanti è significativamente dovuta all’azione di ione nella promozione dell’ossidazione delle lipoproteine in due modi. Il rame attivo redox è stato rivelato nelle lesioni aterosclerotiche indicando che può agire anche come proossidante e come agente aterogenico .Basse assunzioni di rame influenzano negativamente il corretto metabolismo del glucosio e la pressione sanguigna.
Il rame è anche necessario durante la gravidanza. Il feto dipende completamente dalla madre per il suo fabbisogno di rame. Il feto accumula rame alla velocità di 0,05 mg/giorno (soprattutto nell’ultimo trimestre) e alla nascita ha mediamente 15 mg di rame, di cui più della metà immagazzinata nel fegato. Queste riserve sono importanti nella primissima infanzia, quando l’assunzione di rame è relativamente bassa. Gran parte del restante rame si trova nel cervello. Per i neonati, il rame si trova nel latte materno. La concentrazione media di rame nel latte materno è 0,32 mg/litro; sebbene questa concentrazione sia più bassa rispetto al latte artificiale, il rame del latte materno viene assorbito meglio essendo maggiormente biodisponibile. A dimostrazione dell’importanza del rame, il latte artificiale per i neonati prematuri arriva a contenere fino a 1-2 mg/litro: questo è necessario poiché hanno avuto meno tempo per accumulare rame durante la gestazione.
Dall’Ospedale Fatebenefratelli di Roma una notizia importante : attraverso una misura della concentrazione del rame nel sangue si può prevedere in persone che presentino qualche segnale di declino cognitivo se siano avviate a contrarre il morbo di Alzheimer. La determinazione riguarda il rame libero,cioè non complessato (per le attività antiossidanti nell’uomo i complessi del rame con gli antiossidanti endogeni risultano più attivi delle stesse molecole antiossidanti libere) che può raggiungere il cervello e danneggiarlo. La verifica pubblicato riguarda 140 pazienti con qualche iniziale problema di memoria. Sotto accusa, sarebbe la capacità di questo metallo di stimolare la produzione di una proteina tossica, la beta-amiloide e impedirne lo smaltimento.
In
condizioni normali, la beta-amiloide
viene rimossa dal cervello grazie all’azione di un’altra proteina, denominata proteina-1, collegata al recettore
della lipoproteina che si trova nell’epitelio dei capillari che
arrivano al cervello. Legandosi alla beta-amiloide che si trova nel tessuto
cerebrale, la LRP1 ne consente il trasporto all’interno dei vasi sanguigni e il
successivo smaltimento. Se questo
processo viene alterato, l’esito ultimo è l’accumulo della beta-amiloide è la
formazione di placche nel sistema nervoso, caratteristiche della malattia di
Alzheimer.
Commenti
Posta un commento