Il nuovo vettore spaziale ORION della NASA



La NASA ha deciso di mandare in pensione la sua flotta di navette spaziali dal 2010, dopo il completamento della Stazione Spaziale Internazionale. Il suo posto sarebbe stato preso dal nuovo veicolo per l'esplorazione umana dello spazio: il CEV/Orion, per Crew Exploration Vehicle (Veicolo di esplorazione con equipaggio). La prima volta si e' parlato del CEV fù durante un discorso del Presidente USA George Bush Jr. nel gennaio 2004, nel quale veniva affermato che la NASA sarebbe tornata sulla Luna ed avrebbe proseguito l'esplorazione umana dei pianeti. Da allora la NASA ha proposto una propria visione del futuro esplorativo umano basato principalmente su un nuovo veicolo Primo concept Vehicle spaziale NASA del Crew Exploration che ricordava molto le vecchie capsule Apollo degli anni '60. L'Orion sarebbe stato composto da due parti principali, la capsula conica che ospita l'equipaggio ed un modulo di servizio contenente tutte le attrezzature per la propulsione, i sistemi vitali e l'energia.
I vari componenti di Orion
Al lancio questo Orion si sarebbe trovato sulla sommità di un nuovo veicolo di lancio chiamato CLV (Crew Launch Vehicle) composto da un primo stadio derivato da un booster utilizzato oggi per lo shuttle ed un secondo stadio propulso da un motore discendente, come quelli utilizzati dal glorioso Saturno 5 che portò le missioni Apollo sulla Luna. Orion avrebbe avuto, al momento del lancio, sulla parte superiore una torre di fuga che sarebbe stata utilizzata in caso d'emergenza.Ecco l'ultima versione di Orion, contiene per l'appunto la 606D , che in caso di emergenza serve per allontanare la capsula dal razzo (come avviene sulle Soyuz russe). Una volta in orbita Orion avrebbe dispiegato i pannelli solari (a differenza delle capsule Apollo che non li avevano) ed avrebbe potuto manovrare grazie al suo motore orbitale ed a una serie di piccoli motori di manovra posti sullo scafo del modulo di servizio. Al suo interno Orion avrebbe ospitato da 4 a 6 astronauti a seconda del tipo di missione grazie ad un diametro più grande (5 metri contro i 3.60 delle capsule Apollo) ed a una miniaturizzazione avanzata dei componenti elettronici. Passata la fase più pericolosa del lancio la torre di fuga sarebbe stata sganciata e la sommità di Orion sarebbe rimasta scoperta mostrando il portello di attracco. Orion avrebbe potuto, in una prima fase, attraccare alla Stazione Spaziale Internazionale e portare quindi equipaggi e merci. Al momento di rientrare sulla Terra l'Orion avrebbe sganciato il Modulo di Servizio ed affrontato l'attrito dell'atmosfera con la parte inferiore della capsula conica come accadeva per le Apollo. Una volta rallentata la sua discesa si sarebbero aperti i paracadute ed a pochi metri dal suolo degli airbag avrebbero attutito l'atterraggio. Infatti, a differenza delle capsule Apollo che ammaravano nell'oceano, per Orion la NASA aveva deciso inizialmente un rientro sul suolo, proprio come fanno i russi. A luglio 2006 la NASA scelse il nome dei nuovi vettori di lancio: Ares I per il CLV e Ares V per il CaLV (Cargo Launch Vehicle). Questi nomi ricordavano molto i vettori Saturno I e Saturno V che hanno portato l'uomo sulla Luna e la scelta del nome ARES era, senza dubbio, un omaggio al pianeta Marte. E' interessante operare il confronto tram i due nuovi vettori che sarebbero stati costruiti per trasportare Orion ed il veicolo lunare a confronto con un Saturno 5 ed uno Space Shuttle. Questa è l'ultima versione di Orion, la 606-D, prima della chiusura del Programma Constellation nel febbraio 2010.
Orion e il suo vettore

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