Il grafene: nuove frontiere nella desalinizzazione delle acque
In “Nature
Nanotechnology” viene descritta una
ricerca su una nuova tecnica di desalinizzazione dell’acqua di mare utilizzando
una membrana porosa fatta di grafene.
Foglio di grafene |
Questo
materiale è considerato rivoluzionario nel campo dell’elettronica per le sue
caratteristiche ma ricerche come questa stanno dimostrando che può risultare
molto utile anche in altri campi.
Nel
caso della desalinizzazione, il suo uso può renderla molto più efficiente
rendendo necessaria molta meno energia per ottenere acqua potabile.
Solo
l’1% dell’acqua esistente sulla Terra è potabile. Il 22 marzo è stata la Giornata Mondiale dell’Acqua e in
quell’occasione sono state fornite informazioni sulla gravità del problema
dell’accesso all’acqua potabile in alcune parti del mondo.
Oltre
700 milioni di persone non hanno accesso ad acqua potabile e sono perciò
continuamente a rischio di malattie e intossicazioni perché devono bere acque
contaminate.
Desalinizzare
l’acqua di mare potrebbe rappresentare un enorme aiuto,
anche per l’agricoltura, aiutando varie popolazioni affamate a coltivare il
cibo necessario per sopravvivere. Il problema è che la desalinizzazione è un
processo che richiede molta energia e tipicamente le popolazioni che ne hanno
bisogno sono le stesse che non hanno a disposizione una rete elettrica che
gliela fornisca.
L’esperimento
condotto negli USA, dall’Oak Ridge
National Laboratory mostra che l’uso del grafene può rendere il processo di
desalinizzazione molto più efficiente. Creare pori microscopici nel grafene
permette di usarlo come filtro per l’acqua di mare e diventa perciò una
membrana porosa che non lascia passare i sali ma solo le molecole d’acqua in
maniera molto più efficiente delle tecniche oggi usate.
I
fogli di grafene hanno lo spessore di un solo atomo ma sono flessibili e
robusti. Le loro caratteristiche rende membrane porose di grafene eccellenti
per la desalinizzazione.
Esse infatti sono più permeabili di
altri polimeri rendendo più rapida la separazione dell’acqua dai sali. Il
processo completo è più complesso ma la sostanza è che l’esperimento è stato un
successo.
Non
è la prima volta che un esperimento sfrutta queste proprietà del grafene. Nei
mesi scorsi, è stato annunciato un progetto per usare questo materiale per
depurare le acque inquinate da idrocarburi. Ciò dimostra che il grafene ha un
potenziale davvero enorme in molti campi e potrà non solo essere alla base di
una nuova generazione di apparecchiature elettroniche ma anche aumentare la
qualità della vita di molte persone nel mondo.
La ricerca prosegue però e la SetCar, società rumena che lavora da 14 anni nel campo della decontaminazione e smaltimento di rifiuti pericolosi, ha testato sul campo le applicazioni di prodotti a base di grafene, soprattutto nell’ambito delle bonifiche ambientali.
Si è partiti con la depurazione di una raffineria dismessa in Romania dove in un bacino di acqua della capacità di 16.500 m3 erano contenuti idrocarburi ad una concentrazione di 56 ppm (circa 3 gocce di olio per ogni litro di acqua) che dovevano essere portati al di sotto dei 5 ppm, come previsto dalla legge per lo scarico nei corsi d’acqua. Un prelievo totale di idrocarburi di oltre 1 tonnellata :
5 g/m3 di materiale a base di grafene utilizzato come materiale sciolto sono stati in grado di abbattere le concentrazioni di idrocarburo al di sotto di 1 ppm in soli 10 minuti di trattamento.
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