Forse è piacevole passare da temi seri ad altri più leggeri.
E quale migliore spettacolo che decidere di ammirare la bellezza della natura: può allietare l'animo, per esempio ciò che propone la visione di un atollo oceanico!
Cargo giapponese che arriva sulla Stazione Spaziale Internazionale_manovre di salvataggio
Manovre di salvataggio degli astronauti sulla ISS Alle basse quote dove orbita la ISS, vi è una varietà di detriti spaziali, costituiti da parti di razzi abbandonati, frammenti di esplosioni, scaglie di vernice, scorie di motori a combustibile solido e molti altri oggetti. Questi oggetti, oltre ai micrometeoriti naturali, rappresentano una minaccia per la stazione in quanto hanno la capacità di bucare i moduli pressurizzati e causare danni ad altre parti della stazione. I micrometeoriti possono anche rappresentare un rischio per gli astronauti, in quanto tali oggetti potrebbero forare le loro tute spaziali, durante le attività extraveicolari, causando la loro depressurizzazione. I detriti spaziali vengono monitorati a distanza da terra e l’equipaggio della stazione può essere avvertito nel caso un oggetto di notevoli dimensioni fosse in rotta di collisione. Ciò consentirebbe di intraprendere una manovra detta Debris Avoidance Manoeuvre (DAM)
che utilizza propulsori posti sul segmento orbitale russo per modificare l’altitudine orbitale della stazione ed evitare il detrito. Le DAM non sono infrequenti e avvengono tutte le volte che i modelli di calcolo mostrano un detrito che si avvicina ad una distanza considerata pericolosa. Otto manovre sono state eseguite prima del marzo 2009, Le prime sette tra ottobre 1999 e maggio 2003. Di solito l’orbita viene innalzata da uno o due chilometri per mezzo di un aumento della velocità orbitale nell’ordine di 1 m/s. Insolitamente si è realizzato un abbassamento di 1,7 km il 27 agosto 2008, il primo per 8 anni. Nel 2009 si sono verificati ulteriori due DAM, una il 22 marzo e una il 17 luglio. Se una minaccia da detriti orbitali viene identificata troppo tardi per effettuare una manovra di allontanamento, l’equipaggio della stazione chiude tutti i boccaporti a bordo della stazione e si ritira nella navicella spaziale Sojuz,
in modo che essi possano evacuare velocemente la stazione in caso di grave danneggiamento da impatto. Parziali evacuazioni della stazione si sono verificate tre volte, il 6 aprile 2003, il 13 marzo 2009 e il 28 giugno 2011 quando l’equipaggio ha dovuto rifugiarsi nelle due capsule Sojuz a causa di un detrito che è passato a pochi metri dalla stazione.
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