Gli esperimenti per ricercare e tipizzare i neutrini
Il Deep Neutrino
Experiment porta avanti una tecnologia comunemente usata negli esperimenti
sulla materia oscura: momento determinante nella fisica delle particelle. Vi
sono diverse cose che non si adattano al miglior modello dell'universo previsto
dagli scienziati.
Il Deep Underground
Neutrino Experiment, è un progetto internazionale di mega-science con oltre
1100 scienziati provenienti da 32 paesi, ospitato dal Fermi National Accelerator Laboratory del Dipartimento dell'Energia
a Batavia, Illinois. Il Fermilab
invierà
un fascio di particelle chiamate neutrini
attraverso 1300 km di terra a un enorme rilevatore di particelle: quattro
moduli contenenti 70.000 tonnellate totali di argon liquido, che verranno
alloggiate presso il Sanford
Underground Research Facility - South Dakota. Si spera di saperne di
più sulle proprietà di queste particelle misteriose: potrebbero avere a che
fare con gli interrogativi sull’esistenza della materia.
FermiLab |
The
Science of the Deep Underground (DUNE)
Uno dei prototipi per gli enormi moduli rivelatori DUNE utilizzerà un concetto
relativamente nuovo per la scienza del neutrino,
familiare ai ricercatori di altre parti della fisica delle particelle: il
rivelatore a doppia fase. La materia arriva in diverse fasi, le più familiari
delle quali sono solide, liquide e gassose. Tutti i rivelatori di
particelle bifase usano una combinazione di fasi liquida e gassosa.
Ciò vale anche per DUNE, il cui
modulo a doppia fase di argon liquido e gassoso lo renderà il più grande rilevatore a doppia fase mai creato quando sarà
online nella metà del 2020.
I rivelatori a doppia fase possono registrare due volte un'interazione particellare:
prima quando si verifica la collisione nel liquido, creando un lampo di luce, e
di nuovo quando lo spruzzo di particelle risultante entra nell'area riempita di
gas e produce ancora più segnali. Avere questi due indicatori consente una
ricostruzione particolarmente precisa e chiara dell'interazione originale.
ProtoDUNE
Il ricercatore Jae Yu
ha controllato i componenti all'interno del rivelatore ProtoDUNE
a doppia fase. Analizzando i neutrini utilizzando la
tecnologia a doppia fase, è una
tecnica avviata solo negli ultimi anni, ma sono uno standard per gli
esperimenti sulla materia oscura e
lo saranno ancora per molto.
ProtoDune |
I neutrini e la materia oscura : due dei più grandi
misteri della fisica delle particelle. I neutrini
interagiscono raramente con la materia e ci sono voluti 25 anni dall'invenzione
"teorica" dei neutrini alla loro effettiva rilevazione nel 1956. I
neutrini incuriosiscono con le loro
minuscole e inaspettate masse e la loro capacità di trasformarsi da almeno tre
tipi diversi e, su come viaggiano attraverso
l'universo. La materia oscura
non è mai stata osservata direttamente, ma gli scienziati deducono l'esistenza
di queste particelle da prove indirette come l'improbabile velocità con cui le
galassie girano senza allontanarsi. “La tecnologia a doppia fase per
rivelatori di materia oscura, proposta
negli anni '70, è consolidata ed ha contribuito a produrre risultati di materia
oscura negli ultimi dieci anni, - dice Cristian
Galbiati -, fisico a Princeton, portavoce per l'esperimento DarkSide-50
sulla materia oscura. Per
questo esperimento viene attuata la raccolta dati presso il Laboratorio
Nazionale Gran Sasso dell'INFN in
Italia. Come DUNE, DarkSide usa l'argon come mezzo di
rilevamento. Ad esempio, a differenza di DUNE, DarkSide non deve
presentare alcun rumore di fondo - segnali che potrebbero essere interpretati
erroneamente come una scoperta di particelle di materia oscura.
DarkSide20 |
"Non appena -dice Galbiati - hai un evento di sottofondo,
si festeggia. " I rivelatori a doppia fase offrono una condizione
completamente priva di background se l'argon è pulito." Per l'esperimento si
deve utilizzare l'argon con radioattività molto bassa, procurata e distillata
da una fonte sotterranea in Colorado. Sarà utilizzato per la prossima
generazione dell'esperimento, DarkSide-20k,
che richiederà 20 tonnellate di argon ultrapuro. Si lavora su più rivelatori di
materia oscura, su piccola scala, che usano argon, inclusi DEAP 3600, ARDM, MiniCLEAN e DarkSide-50, si sono uniti e formano la collaborazione Argon globale di materia oscura, per lavorare
su quel rivelatore di prossima generazione, in programma al Gran Sasso nel
2022. Sarà seguito da una versione ancora più grande intorno al 2027. Argon non
è l'unico mezzo utilizzato. Altri rivelatori di materia oscura bifase
utilizzano diversi gas nobili, come lo xeno
in LUX o l'esperimento LUX-ZEPLIN
di prossima generazione. LZ userà 10 tonnellate di materiale e
dovrebbe avviarsi nel 2020.
Rilevatore Lux Zeplin |
Vista della parte inferiore del supporto PMT- LUXI tubi
fotomoltiplicatori: raccolgono la luce, installati in questo telaio per
l'esperimento della materia oscura LUX.
LUX
“Come il prototipo a doppia fase di DUNE, il rivelatore LZ
è
uno strumento grande, complicato con molti sistemi diversi che devono riunirsi,
- dice Dan McKinsey, co-portavoce di
LUX e scienziato (Lawrence Berkeley
National Laboratory -UC Berkeley), che lavora su LZ. Alcuni dei progressi
tecnologici su cui il progetto sta lavorando, sono rilevanti anche per i
rivelatori di neutrini a doppia fase come DUNE.
Alta tensione, raccolta di luce, purezza: tutte sfide previste e diventano
sfide più grandi con la crescita dei rivelatori ".
LUX |
DUNE a doppia fase
DUNE
utilizzerà moduli di rivelatori monofase e bifase presso il
sito lontano dell'esperimento nel Dakota del Sud. La tecnologia monofase
dell'argon, utilizza solo argon liquido, è già stata dimostrata in esperimenti
di neutrini a breve distanza, come MicroBooNE
al Fermilab, utilizzando un rilevatore di dimensioni scolastiche e in
esperimenti a lunga distanza, come
ICARUS, un 760 -ton detector che in precedenza funzionava al Gran Sasso
utilizzando un fascio di neutrini che percorreva 725 km dal CERN (centro europeo per la ricerca
nucleare). E la tecnologia del neutrino a doppia fase ha fatto progressi
significativi con il rivelatore WA105
3X1X1
.Si sta creando qualcosa di grande come DUNE, si desidera eseguire test per assicurarsi che tutto funzioni
come previsto. Si costruiscono enormi banchi di prova monofase e bifase
chiamati rivelatori Proto DUNE
al CERN. Nella nuova piattaforma di
neutrini del laboratorio, guidata da Marzio Nessi, gli scienziati stanno
completando i due rivelatori da 800 tonnellate per fornire alle tecnologie per DUNE un test finale.
MicroBooNE |
WA105 3X1X1 |
Piattaforma
del Neutrino al CERN
I due rivelatori ProtoDUNE sono alloggiati nella piattaforma
del neutrino del CERN.
"L'obiettivo di questi dispositivi è sviluppare la
tecnologia ed essere sicuri di fare le cose nel modo giusto, - afferma Filippo Resnati, coordinatore tecnico
della struttura del neutrino al CERN- è anche bello sapere che, nonostante
questi test, le due camere di proiezione del tempo con argon liquido più grandi
che siano mai state costruite, e molto altro nel più breve tempo
possibile".
Il prototipo monofase
dovrebbe terminare il riempimento con argon liquido ed essere messo in
servizio entro la fine dell'estate, vedendo le prime tracce di particelle in
autunno. Il prototipo bifase ha
recentemente completato il primo test di un elemento chiave chiamato piano di lettura della carica, o CRP,
che amplificherà gli elettroni nel gas e raccoglierà i loro segnali. I CRP e
gli altri componenti dovrebbero essere installati in autunno.
"Bisogna essere sicuri che stiamo lavorando insieme
come una squadra e che ognuna di queste tecnologie può funzionare, - dice Jae Yu, fisico dell'Università del
Texas – Arlington- che lavora su ProtoDUNE a doppia fase. È sempre meglio avere
diverse tecnologie in modo che possiamo controllarci a vicenda."
Alcuni vantaggi dell'utilizzo della tecnologia a doppia fase , rispetto
alla configurazione monofase, segnali più forti e più puliti e una soglia di
energia più bassa, il che significa che il rivelatore può vedere i neutrini a
energia più bassa. L'amplificazione degli elettroni nel
gas fa sì che il segnale si distingua dal rumore di fondo. I rivelatori monofase cercano di
raccogliere il segnale il più presto possibile, il che significa che
l'elettronica si trova di solito all'interno del rivelatore, nell'argon liquido
a una temperatura criogenica. Al contrario, l'elettronica del rivelatore a
doppia fase sarà alloggiata in speciali camini accessibili dall'esterno.
"È possibile accedere all'elettronica in qualsiasi
momento, senza contaminare l'argon liquido,- afferma Dario Autiero, responsabile del progetto DUNE per i gruppi IN2P3
( National Institute of Nuclear and Particle Physics) - questi concetti e il
design innovativo dell'elettronica, c’è voluto molto tempo per
svilupparli."
Altro vantaggio: quasi tutto l'argon liquido all'interno del rivelatore a doppia fase è una
vasta regione di produzione del segnale, rendendo l'analisi dei dati meno
complicata. Al contrario, i rilevatori
monofase sono segmentati in blocchi, le diverse sezioni dovranno essere combinate
insieme per l'analisi dei dati e le lacune spiegate.
Il “doppia fase” di
DUNE si compone: il catodo della
gabbia di campo - componente elettrico che trascina gli elettroni verso i pezzi
di registrazione del segnale - attivato con una tensione di circa 600.000 volt.
Inoltre, i CRP devono trovarsi
perfettamente al livello delle fasi liquida e gassosa di argon e funzionare
stabilmente, senza provocare scintille. “Siamo pionieri, -afferma Inés Gil Botella, leader del gruppo CIEMAT in Spagna- , che lavora sugli
elementi chiamati a catturare la luce all'interno del rivelatore a doppia fase.
E’ una sfida tecnologica, stimolante , molto critica ma stiamo avanzando nella
tecnologia ". Le tecnologie a doppia fase per gli esperimenti sulla
materia oscura e sui neutrini continueranno in futuro. La Global Argon Dark Matter Collaboration già valuta il criostato ProtoDUNE come potenziale involucro per
il loro esperimento da 20 tonnellate, e per ProtoDUNE si sta studiando come il rivelatore prototipo bifase possa essere utilizzato per
cercare un particolare tipo di materia oscura. "Più ci penso e, più m’innamoro
di questa tecnologia, - dice Yu-
perché è bellissima, affascinante, un pezzo d'arte, elegante. Siamo solo all'inizio
e c'è molto lavoro da fare."
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